Tre domande a: Angelo Fiore Tartaglia, avvocato, promotore del diritto militare e del diritto bellico
Alberto Deambrogio: Avvocato Tartaglia, con 400 cause vinte contro il Ministero della Difesa italiano, lei ha creato un’ampia giurisprudenza che stabilisce il nesso causale tra l’esposizione all’uranio impoverito e le patologie tumorali. Nonostante ciò, lo Stato continua a negare la responsabilità in molti casi. Qual è, a suo avviso, l’ostacolo principale che impedisce un riconoscimento definitivo e universale alle vittime e quali implicazioni ha questa resistenza per i militari e le loro famiglie?
Angelo Fiore Tartaglia: Ripercorrendo i tanti anni di cause legali affrontati, nonchĂ© di vicende umane trattate, mi viene da evidenziare subito come non si possa dare una risposta univoca ed assoluta a questo quesito. Non si tratta di un solo ostacolo principale, ma di molteplici che impediscono ed hanno impedito di addivenire ad un riconoscimento definitivo ed universale alle vittime del dovere. In primo luogo per anni (ed ancora adesso in vero) è stata invocata “l’ignoranza scientifica” e, quindi, l’impossibilitĂ di collegare in maniera certa patologie insorte nei militari ammalati ed il servizio dai medesimi prestato in territori contaminati in virtĂą dell’impiego ivi avvenuto di munizionamento all’Uranio Impoverito. Sul punto, dopo battaglie di anni, finalmente è intervenuto l’Ecc.mo Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria con le recenti pronunce del 2025 che ha chiarito come va analizzata la correlazione patologia/servizio, imponendo all’Amministrazione l’onere di escludere qualsiasi correlazione eziologica tra la menomazione e la permanenza del militare in territorio contaminato. Altro enorme problema è costituito dalla mancanza di un’informazione lineare ed uniforme. Pochissimi conoscono i loro diritti ed ancor meno conoscono le modalitĂ effettive per tutelarsi e gli iter da seguire. Il problema è l’effetto che tutti questi ostacoli provocano nei confronti degli ammalati e delle relative famiglie che, oltre al dolore ed alla sofferenza connessi alla malattia e, nei casi peggiori, alla perdita del caro, sono lasciati in totale balia degli eventi.
A.D.: Lei ha messo in guardia sugli effetti irreversibili dell’inquinamento bellico causati dall’uso di armi all’uranio impoverito in Ucraina, sottolineando che le conseguenze si manifestano nel tempo, spesso quando è troppo tardi, e colpiscono anche la popolazione civile. Alla luce di questi recenti e potenziali utilizzi, ritiene che il diritto internazionale umanitario sia sufficientemente attrezzato per prevenire l’uso di tali armi in conflitti attuali, o sono necessari nuovi strumenti legali e pressioni politiche?
A.F.T.: Gli effetti degli armamenti in questione sono, ormai, tristemente noti. A mio avviso sicuramente sussistono gli strumenti e le possibilitĂ per un intervento radicale a livello internazionale che impedisca il proliferare di ulteriori impieghi dell’uranio Impoverito. Certamente un intervento legislativo e un interessamento politico effettivo sul punto possono essere utili e decisivi. Si spera che la storia passata ci insegni a prevenire nuovi disastri e tragedie, non a commetterli nuovamente.
A.D.: Una recente sentenza storica in Serbia ha riconosciuto per la prima volta la connessione tra l’uranio impoverito e una patologia tumorale contratta da un militare, aprendo la strada a possibili azioni legali contro la NATO stessa. Ritiene che queste sentenze internazionali possano creare un effetto domino legale, spingendo finalmente le organizzazioni militari sovranazionali e i singoli Stati ad abbandonare definitivamente l’uso di queste armi, o rimarranno un caso isolato senza impatto sistemico?
A.F.T.:  La pronuncia intervenuta in Serbia mette in luce come la tematica dell’uranio impoverito abbia piena connotazione internazionale e come, piano piano, questa venga trattata con sempre crescente attenzione e meticolositĂ da giudici di ogni Stato e Paese. Pertanto, si, credo che la politica internazionale in ragione di un proliferare sempre maggiore di sentenze, sarĂ obbligata a prendere posizione a tutela dei militari e dei cittadini. La mia certezza è che questa sarĂ solo la prima di piĂą pronunce e casi.
Cogliamo l’occasione di questa intervista ad Angelo Fiore Tartaglia per rilanciare un ottimo documentario intitolato Spotlight 2022/23- La guerra infinita. Le conseguenze dell’uranio impoverito in Serbia, che si trova al seguente indirizzo:
https://www.raiplay.it/video/2022/12/Spotlight-La-guerra-infinita-Le-conseguenze-delluranio-impoverito-in-Serbia-e198d619-b7a8-4398-ad33-56eff941f140.html