Crisi ILVA di Novi Ligure: si risolve solo con un impegno pubblico diretto dello stato

“La crisi dell’Ilva di Novi Ligure – ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC Piemonte – è a un punto di gravità drammatica perché in troppi accettano che sulla siderurgia si giochi a rimpiattino, ipotizzando scenari di lungo periodo la cui aleatorietà è inaccettabile. È innanzitutto il governo italiano che su questo versante sta disegnando una transizione di circa 12 anni”.

“Se si vuole dare una prospettiva vera di ripresa produttiva e di tutela occupazionale, vanno affrontate subito e di petto alcune questioni. In primo luogo, l’arrivo di un ennesimo privato, che giustamente dovrebbe accollarsi le bonifiche, non è affatto sicuro. Troppe volte abbiamo visto salvatori della patria rivelatisi poi dei veri approfittatori. Bisogna togliere di mezzo tale ipotesi. Lo Stato italiano deve assumere la proprietà e progettare il futuro possibile della siderurgia, compreso lo stabilimento di Novi Ligure”.

“È solo l’attore pubblico che oggi può e deve garantire il passaggio a forni elettrici con il risanamento vero delle aree inquinate e l’abbandono in prospettiva dell’uso del gas in favore dell’idrogeno come combustibile. Certo per fare questo occorrerebbe un governo attento alle proprie politiche industriali strategiche connesse a una transizione energetica seria verso le rinnovabili. Questo oggi non c’è perché, come è del tutto evidente, siamo all’utilizzo del costosissimo gas statunitense invece di quello russo e al rilancio del nucleare invece del solare ed eolico ben gestiti, senza speculazione o consumo inutile di territorio. L’idrogeno sarebbe un combustibile derivato esattamente da un investimento massiccio e razionale sul solare”.

“Infine – ha concluso Deambrogio – il ruolo pubblico avrebbe il dovere di fermare l’esportazione di rottami verso l’estero, poiché per una rinnovata produzione secondo nuovi standard ambientali, essi rimangono decisivi. Fuori dall’insieme di questi impegni si rimane nell’ambito di vani auspici e non sarà certo l’arrivo del mese di settembre a risolvere miracolosamente le cose, così come esse non saranno risolte dagli accorati pellegrinaggi del presidente Cirio”.

5 agosto 2025