Santa Palomba: il termovalorizzatore imposto da Gualtieri tra poteri commissariali e rischi ambientali

di Daniela Alessandri

Roma Capitale affida a privati un impianto contestato, mentre il sindaco-commissario approfitta di Agosto (come nelle migliori tradizioni) per  accelerare procedure, ignorare trasparenza e marginalizzare cittadini e istituzioni: CO₂, scorie e polveri sottili mettono a rischio territorio e salute

Il 6 maggio scorso Roma Capitale ha stipulato il “Contratto di concessione per la progettazione, costruzione e gestione di un impianto di termovalorizzazione e dell’impiantistica ancillare deputata alla gestione dei rifiuti residui, la mitigazione delle emissioni di anidride carbonica e l’ottimizzazione della distribuzione dei vettori energetici recuperati” con RenewRome S.r.l., società costituita da Acea Ambiente (capogruppo), Hitachi Zosen Inova, Vianini Lavori e Suez. Il contratto, della durata complessiva di 33 anni e 7 mesi, prevede un periodo operativo di 30 anni. Nonostante sia classificato come “opera di interesse pubblico”, il contratto non è facilmente reperibile nei canali istituzionali ufficiali, ma solo attraverso inchieste giornalistiche.

L’impianto di Santa Palomba sarà realizzato in circa 44 mesi, con piena operatività stimata nel 2029, sebbene Gualtieri abbia dichiarato la possibile attivazione nel 2027. Un’operazione che si inserisce in un contesto già segnato da contrarietà diffuse: cittadini, associazioni ambientaliste, enti locali e diversi partiti hanno manifestato critiche e organizzato proteste, mentre il dibattito pubblico è stato praticamente assente.

L’iter autorizzativo non è stato meno controverso. L’8 agosto, i documenti del PAUR (Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale) sono stati resi disponibili sul sito del Commissario di Governo per il Giubileo 2025, con comunicazioni inviate a 42 enti e amministrazioni coinvolte. La legge prevede un termine di 30 giorni per le eventuali osservazioni; tuttavia, il sindaco-commissario Gualtieri ha ridotto il termine a 20 giorni, compressione che ha coinciso con il periodo di ferie estive, limitando le possibilità di approfondimento e partecipazione da parte degli enti.

Sul piano ambientale, l’impatto dell’impianto è significativo. Le stime ufficiali indicano emissioni di CO₂ tra 600 e 700 kg per tonnellata di rifiuti trattati, con produzione di ceneri e polveri pari al 20–25% del peso dei rifiuti. L’impianto richiederà anche un consistente utilizzo di acqua, sia piovana trattata sia depurata, risorsa preziosa in una regione già sotto stress idrico. Se da un lato è previsto un sistema di filtraggio delle emissioni, resta il rischio di contaminazione dell’aria e delle acque e la produzione di scorie altamente tossiche, difficili da smaltire in sicurezza.

Il quadro politico è altrettanto critico. La gestione da parte di Gualtieri, che ha esercitato poteri speciali per accelerare procedure, appare caratterizzata da opacità e scarsa considerazione delle istituzioni locali. L’adozione di scorciatoie amministrative, pur legittime, rischia di comprimere spazi di controllo e verifica, mentre la comunicazione pubblica tende a enfatizzare risultati ancora lontani.

Il progetto di Santa Palomba rappresenta una delle operazioni più complesse e controverse degli ultimi decenni nella Capitale. Il metodo scelto per la sua realizzazione – tra tempi compressi, scarso dibattito pubblico e gestione centralizzata delle informazioni – solleva interrogativi non solo sulla sostenibilità ambientale, ma anche sul rispetto delle regole democratiche e della trasparenza amministrativa.

L’impianto è stato autorizzato, ma resta da vedere se Roma Capitale permetterà agli enti competenti di esercitare pienamente il loro ruolo di verifica all’inizio di settembre e se aprirà davvero la possibilità di osservazioni nel termine normalmente prescritto. In caso contrario, l’operazione rischia di diventare un esempio di gestione autoritaria delle grandi opere pubbliche, con gravi ricadute sulla salute dei cittadini e sul rispetto delle istituzioni.

AGGIORNAMENTO DEL 19 agosto 2025:  “È grave e inaccettabile la decisione del Sindaco Gualtieri di ridurre a soli 20 giorni – nel pieno del mese di agosto – i termini per esaminare la documentazione relativa alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) dell’inceneritore di Santa Palomba, nell’ambito del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR)” – si esprime così in una nota, il Sindaco di Pomezia, Veronica Felici. 

Ho, perciò, immediatamente richiesto una proroga dei termini al Sindaco di Roma – ha aggiunto Felici -.  Stiamo inoltre per convocare un Consiglio Comunale straordinario, con l’obiettivo di approvare una delibera per chiedere formalmente l’attivazione dell’inchiesta pubblica: uno strumento fondamentale per aprire il dibattito, informare correttamente la cittadinanza e garantire trasparenza su un’opera che cambierà per sempre il volto del territorio. Non staremo a guardare. Pretendiamo tempo, serietà e partecipazione. Perché su temi come questo non si corre. Si ascolta, si studia, si decide con coscienza” conclude il Sindaco.

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