Dal PRC-SE Basilicata
Il governo israeliano ha deciso di impadronirsi illegalmente di Gaza con una logica colonialista praticandola con il genocidio, anche affamando i palestinesi e con la deportazione di massa con l’appoggio degli USA e la quasi totalità dei governi europei compreso il governo Meloni. Dobbiamo batterci perché non vengano più date armi ad Israele e sostenere le azioni di solidarietà come quelle della Global Sumud Flotilla ed il sabotaggio dei prodotti israeliani.
I governi europei sostengono la continuazione della guerra in Ucraina. Per questo hanno deciso il riarmo prevalentemente con l’acquisto di armi dagli USA.
La pace si fa tra nemici facendo quello che è necessario a far tacere le armi. Sicuramente ci sono responsabilità di Putin ma i governi europei sono parimenti responsabili. Sapevano che la Russia non avrebbe mai accettato l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Hanno continuato da anni a dare armi all’Ucraina ed ancora oggi lo fanno. Sono guerrafondai. Se la condizione per far tacere le armi è l’impegno dell’occidente a tenere l’Ucraina fuori dalla NATO va sancito. Gli USA, in difficoltà economico-finanziaria hanno deciso di imporre pesanti dazi sui prodotti importati. L’Europa ha sottoscritto un accordo capestro con gli USA. Dazi al 15% sulle esportazioni in Usa, investimenti di 600 miliardi di dollari negli USA, acquisto di gas e petrolio per 750 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Tutto ciò a significare che questi soldi verranno tolti alle popolazioni europee per andare a sostenere gli USA nella logica dei sudditi che devono sostenere l’impero.
Materialmente accadrà che i popoli europei verranno impoveriti con salari più bassi, fine di sanità pubblica, scuola pubblica, previdenza pubblica. Per accondiscendenza il governo italiano sta già predisponendo una norma per la prossima legge di bilancio per imporre la previdenza privata con l’utilizzazione del TFR. Una rapina. I sindacati che in passato hanno visto con favore la previdenza complementare con i fondi pensione che faranno?
L’impoverimento delle classi lavoratrici, dei giovani, dei pensionati, in Europa, in Italia e peggio ancora in Basilicata si prospetta gravissimo. I ricchi, i benestanti europei, italiani in primis che hanno investito le loro ricchezze, i loro risparmi nei fondi pensione, nelle azioni delle multinazionali statunitensi che detengono una fetta importante del pesante debito USA, circa 38.000 miliardi di dollari, hanno deciso di continuare ad arricchirsi con il parassitismo finanziario. Bisogna lottare per fermarli. E’ bene ricordare, per chi l’avesse dimenticato e per chi non lo ha mai saputo, che il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro è stato conquistato, dopo la seconda guerra mondiale, con la sconfitta del nazifascismo, con dure lotte.
La settimana scorsa si è tenuta in Cina la conferenza dei paesi euroasiatici, Cina, India, Russia, Pakistan ecc. E’ il sud globale, metà della popolazione mondiale, 25% del pil mondiale, una volta povero, che ha costruito un’economia che ha migliorato le condizioni di vita nelle proprie nazioni. Propongono all’occidente di avere relazioni bilaterali alla pari, anche per evitare altri conflitti, altre guerre. Gli USA invece pensano al mondo diviso in sfere d’influenza con l’Europa ed il sud america sotto la loro egemonia. Per cominciare hanno portato 8 navi da guerra di fronte alle coste del Venezuela. Questo è praticare il potere imperialista con la forza delle armi. L’elite europea invece chiede protezione militare, da chi?, agli USA. Svendendo gli interessi ed i diritti dei popoli europei per perpetrare i propri interessi parassitari.
In questa situazione il rischio di catastrofe anche con nuove guerre è altissimo. Non siamo destinati ad essere spettatori passivi, vittime impotenti. Come è accaduto altre volte nella storia è possibile decidere di lottare contro lo strapotere dei ricchi e dei politici a loro asserviti. Per una società più giusta con un’economia che guarda alla valorizzazione dei beni comuni, i diritti ed il rispetto delle persone a partire da quelli e quelle che vivono del loro lavoro.
In Basilicata la condizione sociale ed economica si aggrava giorno per giorno. A San Nicola di Melfi, con diverse modalità, si continua a perdere posti di lavoro e lavoro che resta, con i contratti di solidarietà e la cassa integrazione si registrano perdite di salario di almeno il 40%. Una persona onesta, un sindacalista onesto non può non registrare il fallimento e l’inganno del padrone e della politica regionale e nazionale sulla produzione di auto qui come nel resto d’Italia e finanche in Europa.
L’agricoltura vive una crisi profonda, climatica, di remunerazione dell’attività e con l’unione europea che sta programmando ulteriori tagli ai finanziamenti al settore per il prossimo sessennio 2028-2033.
Il turismo è in contrazione e la previsione è che il fenomeno si accentui a causa della riduzione dei redditi delle persone.
La sanità risponde sempre meno al bisogno di servizi alla salute. L’Istituto Gimbe, sulla base dei dati del Ministero della Sanità, ci dice che siamo scesi all’ultimo posto tra le regioni sulla medicina territoriale. Intanto si continua ad utilizzare la sanità per costruire potere e consenso elettorale per i politici regionali.
In materia ambientale e governo del territorio si realizzano gli affari delle multinazionali dell’energia e degli idrocarburi. Non si redige il piano di tutela delle acque al fine di poter garantire l’approvvigionamento per il potabile e la limitazione per le attività che ne consumano troppa. Nessuna programmazione viene fatta per avere acqua per irrigazioni di soccorso in agricoltura e per la zootecnia delle aree interne in avanzato stato di spopolamento. Nessuna programmazione di riconversione ecologica dell’economia per adattarsi ai cambiamenti climatici come zero sono gli interventi per il riuso ed il riciclo dei rifiuti e nulla si sa sullo stato effettivo della bonifica dell’area SIN di Tito scalo.
Nonostante i tanti saperi e le tante esperienze positive sia nell’economia tradizionale che in quella a più forte innovazione tecnologica la Basilicata è una regione conservatrice con forte consociativismo tra i poteri attuali e quelli che li hanno preceduti.
E’ necessaria una vera rivoluzione, a partire dalla cultura, che affermi la democrazia dei diritti e dei saperi.
Rifondazione Comunista di Basilicata proporrà alle forze che si sono mobilitate negli ultimi tempi sui temi della pace, dell’ambiente, del lavoro e dei diritti per dare corpo ad un movimento per il cambiamento radicale dell’esistente mortifero che ci stanno imponendo.