Nella mattina di sabato 27 settembre, cinque giovani del PRC di Lucca (tutti militanti della giovanile) sono stati denunciati, assieme a militanti di Potere al Popolo e del movimento, per fatti legati alla manifestazione che si è tenuta a Lucca in occasione dello sciopero generale del 22 settembre a sostegno alla Global Sumud Flotilla e contro il genocidio del popolo palestinese
Il corteo, il più grande che vi sia stato a Lucca da almeno 15 anni, ha occupato per poco tempo la circonvallazione stradale ed ha continuato il proprio cammino verso la stazione ferroviaria. Nel tragitto gli automobilisti fermi non hanno mostrato rabbia per il blocco della circolazione ma si sono dimostrati solidali coi manifestanti e le manifestanti.
Arrivati presso la stazione, un gruppo di circa cinquecento persone per quasi un’ora, ha bloccato la stazione ferroviaria, come è avvenuto in moltissime altre parti d’Italia. Il blocco non ha comportato alcun ritardo della circolazione dei treni, dato che erano già fermi per lo sciopero generale e per il blocco delle altre stazioni collegate alla stazione di Lucca.
In nessun caso le forze dell’ordine hanno ostacolato le azioni, ma si sono limitate a filmare, verosimilmente con l’intento di dare corso ad azioni di repressione di chi stava pacificamente manifestando per una giusta causa. Dopo qualche giorno è calata la sciabola della repressione. Come a Brescia, sono stati colpiti i principali esponenti delle organizzazioni politiche che guidano il movimento per la Palestina a Lucca, senza che fosse ben chiaro il criterio per cui, in un atto compiuto da centinaia di persone, solo loro siano stati individuati come possibili autori di reati
In particolare, ciò che rende Lucca un caso quasi unico nel nostro paese è stata l’applicazione dell’art.14 della Legge 80/2025 ossia la cosiddetta Legge Sicurezza (ex Ddl 1660). L’articolo della disposizione citato è proprio quell’articolo “anti-sciopero” che tanto è stato contestato sia da buona parte dei giuristi, sia da militanti sindacali, politici e di movimento
Dopo questi fatti sta arrivando forte la solidarietà di tantissime realtà locali, regionali e nazionali, segno che la lotta a fianco del popolo palestinese è ormai inserita in un contesto di massa.
Al governo Meloni e alle questure interessa di più denunciare una decina di persone, al sono fine di intimorirle ed ostacolare le lotte.
Attorno ai denunciati si sta formando un team legale di altissimo livello, pronto a discutere in ogni sede sia del merito sia della legittimità delle norme applicate così rigorosamente dalla Questura di Lucca.
Questa lotta la dobbiamo alle decine di migliaia di morti di Gaza, che vive situazioni ben peggiori di quella che sta capitando ai protagonisti del movimento contro il genocidio in Palestina
La Redazione