La rinascita della sinistra parte da Subiaco

Di Marianna Sturba

Ci sono momenti in cui, per salvaguardare davvero il principio che ha sempre mosso i tuoi passi, devi fare qualcosa che può essere definito “divisivo” e che, in qualche modo, sembra svantaggiare la tua parte politica. Invece, quella scelta è l’unico modo che hai per proteggere l’autenticità della tua proposta politica.

Così, alle ultime amministrative di Subiaco , “la sinistra” — definita da qualcuno “estremista” — ha scelto di andare alle elezioni da sola, senza alcun accordo con il PD. Scelta suicida, fare una lista definita da qualcuno “identitaria” e “minoritaria”? No: scelta etica e morale, di adesione integrale alla proposta che avevi nel cuore e che costruisci ogni volta con un programma che contiene i tuoi principi.

La storia è breve: si apre un tavolo di confronto, si cerca di trovare una quadra sulle proposte programmatiche e poi sul candidato sindaco. È lì che la scure del PD cala sulle teste, imponendo — a un gruppo di quattro partecipanti al tavolo — il candidato sindaco che il segretario provinciale aveva già individuato, dopo aver parlato con un membro della segreteria nazionale del proprio partito, che aveva un riferimento proprio in quel territorio. Da lì, la rottura e l’impossibilità di dialogare con chi, da quel momento in poi, aveva solo NO come risposta. Persino alla nostra proposta di utilizzare le primarie — loro stessa invenzione.

A quel punto, o accettavamo tutto nell’ottica di presentarci uniti contro una destra schiacciante e pericolosamente nostalgica, oppure dovevamo credere che avevamo una proposta che valeva la pena tutelare, anche contro i “cugini” sedicenti di sinistra che volevano l’appoggio dei nostri voti senza alcuna condivisione di idee né di persone che dovessero incarnarle.

Lancio quindi una “chiamata alle armi” ai compagni che sapevo interessati a un ragionamento; loro aprono l’invito ad altri, e ci ritroviamo nel salotto di casa mia senza abbastanza sedie per tutti. Era iniziata la rinascita. Si era autonomamente ricostituito un gruppo che non aveva timore di chiamarsi “di sinistra”, con la voglia di ripartire e portare avanti la propria proposta.

In meno di 20 giorni è pronta una lista di 12 persone e un programma bello come la sinistra che avevamo in mente. Ogni sera, nella sala, si respiravano speranza e forza, identità e coraggio, certezze e paure.

La fine di questa storia? Oggi, quella sinistra definita da altri “settaria” e “identitaria” (come se avere un’identità, cioè un sistema valoriale di riferimento, fosse un problema) rappresenta in Consiglio comunale a Subiaco — casa del ministro Lollobrigida — le idee di sinistra attraverso un suo rappresentante. Anzi, una sua Consigliera comunale. Una rappresentante libera, che non deve fare accordi forzati con nessuno, che può incarnare una linea valoriale centrata sugli ultimi, sulla comunità, sulla condivisione, sui diritti, sulla gestione delle risorse che si allontani da sfruttamento e accumulo di profitti in poche tasche selezionate. Una rappresentante che parli di ambiente, che non abbia paura di dire “sanità pubblica”, e che lotti per ottenere questo modello di mondo.

Alle spalle della consigliera? Chi c’è? Un nutrito gruppo che si sta sempre più cementificando, che apre sportelli, ascolta i cittadini, studia le criticità, con impegno e passione. Ci sono persone che amano chiamarsi Compagno e Compagna, e che al contempo lavorano e dialogano con persone dalla appartenenza meno netta. Dietro di lei — cioè, di me — ci sono uomini e donne che resistono, che non possono né vogliono rinunciare a quello sguardo sul mondo.

La beffa? Il PD è fuori dal Consiglio comunale. Non ha nessuno che lo rappresenti, perché gli altri tre consiglieri, seppur in qualche modo vicini, non sono nelle fila del PD, ma in quelle del movimento civico. Anzi, beffa delle beffe: la candidata sindaca selezionata dal PD era un membro della segreteria locale del partito, dimessasi alle scorse elezioni ed entrata ufficialmente nel movimento civico. Quando si dice non sbagliarne una!

Oggi i rapporti con il resto dell’opposizione sono buoni: si respira la voglia di fare un’opposizione sana, che porti benessere alla cittadinanza. I rapporti con il PD? Non vi saprei dire: ancora non ci siamo confrontati sul risultato elettorale. Ma credo che, al loro interno, qualcuno stia riflettendo su quanto accaduto, riconoscendo a questa sinistra una forza creativa sana, autentica, buona, che va innanzitutto rispettata — e non continuamente “pesata”. Una sinistra a cui va assicurata pari dignità al prossimo tavolo. Perché sotto quel livello non scenderemo più. Mai più.

Tratto da Visto da qui