Ritorniamo a dire No al Ponte sullo stretto di Messina: il 9 agosto in piazza a Messina

Continuano le lotte contro il Ponte nelle due sponde dello Stretto di Messina. Campeggi, convegni e cortei hanno attraversato fino a qualche giorno fa strade, viuzze e quartieri popolati di Messina che verrebbero cancellati da un progetto che nei fatti anche se chiamato “definitivo” non è definitivo perché manca il “progetto” esecutivo. Gioco di parole? Diremmo proprio di no. E lo sottolineiamo a gran voce soprattutto adesso che il Cipess ha appena approvato il progetto “definitivo” a cui mancano studi sulla vera fattibilità e soprattutto va svelato il fatto che questo governo ha ben costruito una legge apposita che prevede un “Ponte” costruito per fasi e per pezzi. Prima dell’approvazione del Cipess il ministro Salvini propagandava l’opera come opera intrinseca ad interessi di sviluppo e progresso europeo, con l’intento di avere un riconoscimento europeo per accaparrare finanziamenti e poi presentandola come opera strategica di interesse militare, ma è stato subito smentito dalle stesse organizzazioni militari. Prezzo che la Sicilia avrebbe ulteriormente pagato vista la presenza di basi USA a Sigonella e il mostro di Niscemi: due punti strategici da cui partono le azioni di guerra ai migranti che attraversano il Mar Mediterraneo e verso il Medio Oriente.

Il Partito della Rifondazione Comunista, promotore e intrinseco al movimento NOPONTE, denuncia che da decenni ci troviamo di fronte ad un iter burlesco che ha puntato a creare quelle suggestioni che servono più al mercato affinché i titoli ad esso collegati crescano malgrado non siano sostenuti dalla realtà. Non è un caso che il “Progetto Ponte”, nonostante sia sparito per un certo periodo di tempo dalle agende politiche, sia ricomparso con il Decreto Sviluppo, formalmente il decreto-legge n. 35 del 2023, in cui sono previsti il riavvio delle attività per la costruzione dell’opera e il riavvio della Società Stretto di Messina che era stata messa in liquidazione e trasformata in una società in house.

Il Cipess ha detto “Sì” all’uomo del Ponte e adesso servono i soldi: il governo si accinge a finanziare 13,5 miliardi di euro, senza che ci siano accertamenti che garantiscano la sicurezza dei territori e delle vite già precarie di gente del sud a cui verranno tolte altre risorse importanti per la sanità, la scuola, il lavoro, l’acqua come bene pubblico e il diritto ad un salario minimo. Si continueranno a consumare risorse mentre il ministro Salvini sventolerà stasera a Messina, presente in un direttivo regionale della Lega, in uno dei luoghi più belli dello stretto e patrimonio dell’Unesco, la bandiera delle bugie e delle truffe. Ci chiediamo: dov’è il progetto esecutivo? Dove è finita la parte in cui la società Stretto di Messina SPA appena un anno fa aveva messo nei bilanci le stime del traffico a partire dal 2032 (anno di apertura del Ponte) sia riguardo il traffico delle automobili e tir stimati in circa 3.650.000 sia i mezzi ferroviari stimati in circa 440.000.

Le stime sono sparite e proprio oggi che il Cipess dà il via libera all’opera non abbiamo in mano un dato utile per capire come confrontare l’utilità del ponte del ministro leghista rispetto alla mobilità europea e mondiale.

Un’opera inutile, dannosa e insostenibile in un tratto di mare tra due miti: Scilla e Cariddi. Un tratto di mare pieno di faglie documentate negli anni dagli esperti sismologi. Una città che verrà distrutta in un tratto che riguarda almeno 30 km. Spariranno quartieri interi e migliaia di famiglie verranno messe in strada senza un progetto che mostri loro un futuro per le case, le attività commerciali, le scuole. E non è vero che l’investimento dei 13,5 miliardi genererà circa 23 miliardi di PIL e ricchezza per il Sud. Il ministro del ponte ha già dichiarato alla stampa messinese che le prime aziende che verranno coinvolte nel processo di costruzione saranno lombarde, venete, laziali ed emilio- romagnole.

Ora bisogna aspettare cosa dirĂ  e come valuterĂ  il progetto la Corte dei conti.

La lotta continua e Sabato 9 agosto a Messina dalle ore 18 riempiremo le strade per urlare che “Vogliamo l’acqua dal rubinetto e non il Ponte sullo Stretto”, ma più di tutto urleremo NO alla guerra e ci incroceremo con tante altre lotte contro la distruzione dei territori con i compagni e le compagne che parteciperanno da varie parti d’Italia.