Contro guerra, genocidio e tagli a welfare rilanciare le lotte fino allo sciopero generale

La decisione di scioperare contro il genocidio in atto a Gaza, e per la rottura di tutti gli accordi commerciali e militari con Israele è un’ottima scelta che rafforza le mobilitazioni che da mesi attraversano il Paese. Sosteniamo dunque con molta convinzione le giornate di sciopero e mobilitazione promosse dalla Cgil per venerdì 19 e da Usb per lunedì 22 settembre.

Le iniziative sindacali rappresentano un passo importante verso la costruzione di un grande movimento popolare contro il genocidio del popolo palestinese e le deportazioni di massa; contro la criminale corsa al riarmo, le spinte all’escalation in Ucraina e all’entrata in guerra dell’Europa; contro l’economia di guerra e un’enorme espansione delle spese militari a discapito della spesa sociale.

Sosteniamo l’iniziativa della Sumud Flotilla e la diffusione delle mobilitazioni a suo supporto e difesa in tutto il mondo; una grande risposta conseguente   allo sdegno suscitato dalla tragedia   che si consuma  in Palestina con la complicità dei governi dei paesi occidentali, in spregio del diritto internazionale e di tutte le convenzioni sui diritti umani. Un infamia che pesa come un macigno sui governi europei che si proclamano paladini della libertà e della democrazia mentre sostengono guerre e massacri per fini imperialistici.
L’estensione del movimento in Italia e nel mondo   rappresenta l’unica possibilità per affermare i valori della pace e del diritto contro Il ritorno delle politiche coloniali e di potenza alimentate dal criminale governo israeliano e dai governi Usa e dei paesi europei   che, complici i media, stanno trascinando l’umanità verso il baratro   con l’incombente pericolo della guerra nucleare.
Nei paesi europei la guerra e l’economia di guerra oggi sono  la via per ridurre i diritti, impoverire ancora di più i ceti popolari, tagliare il welfare e le funzioni pubbliche a vantaggio dei privati,  ridurre sempre più gli spazi democratici, criminalizzare il dissenso.  
Per questo l’opposizione al riarmo, alla guerra  e alle spese militari devono andare di pari passo con il rilancio delle lotte per aumenti generalizzati dei salari  a partire dall’introduzione di un salario minimo legale di 11  euro all’ora e dal rifiuto di contratti  con minimi sotto questa soglia; per la reintroduzione  della scala mobile con  recupero automatico dell’inflazione;  per l’abolizione di tutte le leggi che producono precarietà; per l’aumento delle pensioni; per consistenti aumenti delle risorse per la sanità e la scuola; per un fisco progressivo, la tassazione dei superprofitti e delle grandi ricchezze e una vera lotta all’evasione fiscale.
Con questi obiettivi sosterremmo gli scioperi e le mobilitazioni e invitiamo tutti i lavoratori a partecipare ricordando che anche  nei settori dove vige il preavviso di sciopero, in cui sarà possibile  scioperare solamente il 22, tutti i lavoratori potranno scioperare  indipendentemente dal sindacato a cui fossero iscritti. Facciamo delle giornate del 19 e 22 un’occasione di massima convergenza unitaria negli scioperi e nelle manifestazioni.

Consideriamo queste giornate di mobilitazione un momento importante in preparazione di un percorso che deve sfociare in uno sciopero generale contro la guerra e la legge finanziaria con cui il governo mentre aumenta a dismisura le spese militari si appresta a tagliare la spesa sociale in tutti i settori. Invitiamo i compagni e le compagne attivi a impegnarsi per sostenere questo obiettivo.

 Viva il popolo palestinese, fermiamo il genocidio in atto.