Tratto da “Il Fatto quotidiano” – Un’indegna gazzarra organizzata da Calenda, Più Europa e Picerno (Pd) – in concorso col sindaco di Torino e del Polo del ‘900 – hanno fermato una conferenza contro la russofobia.
Sovente avvenimenti torinesi segnano uno spartiacque, un prima e un dopo. In particolare per quanto riguarda la storia del movimento operaio. E’ così anche stavolta. I fatti sono semplici: di fronte ad una iniziativa contro la russofobia di cui era relatore centrale il professor Angelo d’Orsi, la mobilitazione di Calenda, di Più Europa e della Picerno (Pd) hanno determinato in concorso del sindaco di Torino Lorusso (Pd) e del Polo del ‘900 l’abolizione dell’iniziativa stessa. Qui un video in cui D’Orsi racconta l’intera vicenda.
In seguito alla cancellazione l’iniziativa è stata riprogrammata per la stessa data – il 12 novembre alle ore 21 – presso il circolo Arci La Poderosa in via Salerno a Torino con la diretta via web. Non pago di aver ottenuto la cancellazione del dibattito al Polo del ‘900, Calenda, dopo essersi tatuato simboli neonazisti sull’avambraccio, ha adunato il suo manipolo di fedeli torinesi per venire a contestare il dibattito nella nuova sede. Di fronte a questi fatti vorrei far notare tre cose:
– L’indegna gazzarra che è stata montata contro il dibattito sulla russofobia nella sede del Polo del ‘900 non è stata organizzata dai fascisti ma da esponenti “liberali” generalmente di centro sinistra ed ha trovato gli attori principali nella deputata europea Picerno e nel sindaco di Torino Lorusso, entrambi del Pd. E’ abbastanza impressionante che nella città di Gobetti una serie di potenti personaggi che si dipingono tutti come liberali abbia come obiettivo quello di impedire un dibattito. Vi è una significativa degenerazione se i liberali, da sempre palesemente disinteressati ai diritti sociali, oggi, arruolati come sono nelle falangi isteriche di chi vuole spezzare le reni alla Russia usando i poveri ucraini come carne da macello, abbandonano anche la difesa dei diritti civili e della libertà di parola. E’ un salto di qualità che è bene tener presente perché ci dice che la tendenza alla demolizione della democrazia non è propria solo della destra di origine fascista ma è propria anche di questa nuova destra di origine liberale. Che sia collocata nel centro sinistra non cambia di una virgola il problema, anzi.
– Questa spinta antidemocratica, questa azione da “regime” avviene in nome della guerra alla Russia. Non contenti di aver provocato la guerra in Ucraina con l’allargamento della Nato ad est e con il golpe di Maidan del 2014, questi ultras della Nato non solo vogliono continuare una guerra persa usando il popolo ucraino come carne da cannone, ma vogliono eleggere la russofobia a religione di Stato. Si tratta di un fenomeno rilevante perché in Italia come in tutta l’Unione Europea sta nascendo un partito trasversale della guerra, fondato sulle menzogne e sull’odio: un nuovo nazionalismo che invece che su base statale ha come base una presunta guerra di civiltà con la Russia.
Anche questa è una novità: che i nazisti abbiano ritenuto i russi ed in generale i popoli slavi i loro nemici da combattere in nome dell’Europa non è una novità ma una tragedia storica di dimensioni bibliche avvenuta poco più di 80 anni fa. Che questo obiettivo venga oggi fatto proprio da parte di tutta l’elites liberale dell’Unione Europea è una indubbia novità che parla di uno slittamento in senso guerrafondaio, nazionalista ed antidemocratico di larghissima parte delle classi dominanti dell’Unione Europea.
– Che Calenda, dopo essersi tatuato sull’avambraccio un simbolo neonazista proprio del nazionalismo ucraino e dopo aver trescato per impedire con un atto di squadrismo istituzionale la conferenza del professor d’Orsi, adesso convochi i manipoli dei suoi bravi per dar vita ad un atto di squadrismo pratico al fine di contestare la possibilità di D’Orsi di parlare in un circolo Arci, la dice lunga su che cosa sono diventati i nostri “liberali moderati”. Nella Torino medaglia d’oro per la resistenza, questa azione avanguardista di chi si autodefinisce liberale rappresenta il completo tradimento di Gobetti, che dopo essere stato assassinato dai fascisti viene oggi ucciso per la seconda volta da parte di coloro che si vantano di essere gli eredi del martire antifascista. Nell’estremismo guerrafondaio di Calenda si ritrova la stessa foga che aveva Mussolini quando, pagato dagli industriali, attaccava i socialisti e fondava i fasci di combattimento. Del resto il fascismo italiano, come mostra il suo fondatore vede la sua origine proprio nel fatto che una parte della sinistra sia andata a destra.
Quello che sta accadendo attorno alla guerra della Nato in Ucraina è proprio questo: una parte della sinistra liberale, superando a destra Trump, sta semplicemente assumendo un atteggiamento intollerante, guerrafondaio e squadrista tipico del fascismo. Una vera schifezza.
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