A seguito della Conferenza unificata Stato Regioni Enti Locali svoltasi qualche settimana fa è diventato chiaro per tutti quali sono le intenzioni del governo in merito al rilancio del nucleare in Italia. Solo tre regioni si sono dichiarate contrarie, ma questo non significa né che la riproposizione dell’atomo sia giusta, né che avrà vita facile. Da molto tempo il ministro Pichetto Fratin va facendo annunci in tal senso, senza che sia mai stato possibile un vero contraddittorio di merito. E’ sicuramente una strategia pure questa, a cui si aggiungono spesso articoli, come quello più recente di Repubblica, che si presentano come veri e propri redazionali di promozione senza critica alcuna. Nel caso del giornale degli Elkann c’è pure un interesse diretto visto che il gruppo Fiat/Stellantis è proprietario del deposito di Saluggia, pericolosissimo sito in cui è stoccata la maggior parte delle scorie nucleari più pericolose del nostro Paese.
Dunque si vuole rilanciare il nucleare, anche se dagli stessi calcoli del governo servirà per coprire una quota molto bassa del fabbisogno energetico. A fronte di tale impiego i suoi limiti, la sua pericolosità e insostenibilità rimangono tutti. Si tratta innanzitutto di un nucleare da fissione, mentre quello da fusione, con cui si baloccano in molti, è fuori da ogni portata. Si vogliono realizzare molti nuovi impianti di diversa taglia e per collocarli si vanno promuovendo anche i siti nucleari esistenti. Lo fa il Ministro, ma lo fa anche la Sogin, che per mandato istituzionale dovrebbe preoccuparsi di smantellarle le centrali (cosa che non riesce molto a fare, segnando ritardi estremi e lievitazione continua dei costi). Chi si aspettava di avere il proprio territorio, come ad esempio la comunità di Trino Vercellese, libero dalla schiavitù del nucleare è servito!
Nuove centrali, che dal punto di vista della transizione energetica vera non servono a niente visto che il problema va risolto in fretta, produrrebbero anche nuove scorie. Se il percorso di individuazione certa, scientifica e democratica, del deposito Unico nazionale, che serve assolutamente, è messo continuamente in forse dallo stesso Pichetto (che ha pure proposto di avere una pluralità di siti…), bisogna sapere che questo non basterà più. Nuova produzione nucleare, infatti, porta con se nuove scorie da piazzare; un problema infinito, come quello scottante di dover difendere nuovi impianti da eventuali attacchi in guerra o di marca terroristica.
Come si vede il nucleare, anche quello supposto nuovo, è e rimane un problema non solo per i suoi enormi costi. E’ pericoloso e insostenibile. A partire da queste buone ragioni, che sono tutte dimostrabili e scientificamente fondate, va ripresa una lotta in grado di connettere tutte le esperienze territoriali di movimento attuali. Il nostro no al nucleare si deve accoppiare a una proposta in positivo per la promozione di tutte le energie rinnovabili fatte bene. Nessuno spazio alla speculazione e al consumo inutile di suolo. La possibilità c’è e va perseguita in modo serio, anche per invertire il dato negativo degli ultimi mesi con il solare in calo.