Il governo ancora contro il salario minimo

Un altro attacco del governo delle destre alle lavoratrici e ai lavoratori.  Il governo ha impugnato la legge della Toscana sul salario minimo perché si porrebbe  “in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della concorrenza” e “viola l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione“.  Questo in quanto la legge regionale ha introdotto in caso di gare d’appalto un criterio premiale per le aziende che applicano un salario minimo orario non inferiore a 9 euro lordi.

Un’estate ad alta intensità antioperaia quella del governo e dei parlamentari che lo sostengono. Prima l’attacco all’esigibilità da parte delle lavoratrici e dei lavoratori dei crediti maturati nel corso dell’attività lavorativa,  Un grande regalo ai padroni e un  vero e proprio colpo di spugna su tutte quelle cause, alcune ancora in corso, con cui migliaia di lavoratori chiedono un risarcimento per anni di retribuzioni considerate insufficienti a garantire loro un’esistenza libera e dignitosa.  Poi si è tentato di estendere la precarietà lavorativa allungando  la durata dei contratti precari di 36 o 48 mesi, sempre attraverso  un emendamento introdotto surrettiziamente in un altro decreto.

Ora con l’impugnazione della legge Toscana  il governo fascio-leghista mostra la determinazione feroce con cui difende l’idea di un modello economico fondato  su bassi salari, precarietà e sfruttamento, e orientato all’ esportazione proprio nel momento in cui i dazi americani né mostrano la crisi profonda.

Vediamo che i partiti del costituendo campo largo difendono il salario minimo che non hanno approvato mentre erano al governo: meglio tardi che mai.  Peccato che hanno lasciato che la proposta di iniziativa popolare per un salario minimo a 10 euro l’ora presentata da UP che non venisse nemmeno discussa nella Commissione del Senato cui era stata assegnata. Con grande spregio dell’istituto della legge di iniziativa popolare e delle/dei oltre 70 mila cittadine e cittadini che hanno raccolto le firme.