Il PD e la Sanità pubblica, come Alice nel paese delle meraviglie?

Marina Sereni della Segreteria Nazionale del PD, nonché responsabile delle politiche per il diritto alla Salute ha esposto alla fine di luglio sul “Quotidiano sanità” le linee generali delle proposte del suo partito per salvare il Servizio sanitario Nazionale sostenendo di avere come punto di riferimento l’articolo 32 della Costituzione e la Legge 833, del 1978, quella che ci ha dato lo strumento legislativo per un servizio universalistico, gratuito, finanziato dalla fiscalità generale. L’articolo è accompagnato da un documento allegato, che ci fa capire meglio il senso della proposta: 29 pagine fitte in cui si intrecciano dati incontestabili, che descrivono la crisi dirompente del SSN, proposte di provvedimenti necessari al suo miglioramento, incursioni nella dimensione europea e mondiale dei problemi sanitari, nella consapevolezza della interconnessione globale e del fatto che la salute è condizionata dalla situazione sociale, dal reddito, dall’istruzione, ma anche dall’inquinamento ambientale e dal cambiamento climatico Il documento non è condivisibile da parte mia non tanto per le divergenze su quello che vi è scritto ma per il peso di tutto ciò che manca, che è dirimente ai fini della stessa efficacia di ciò che esso propone .

  1. Non vi è alcun accenno alle responsabilità del Pds e poi del PD nel processo di aziendalizzazione della Sanità pubblica, della regionalizzazione del servizio sanitario e soprattutto allo spazio senza limiti dato alla sanità privata e al suo ruolo. Il primo governo Prodi non impugnò davanti alla Corte costituzionale la legge sulla sanità della Lombardia di Formigoni e di fatto codificò un rapporto strutturale di concorrenza sleale in uno spazio mercantile fra sanità privata, che sceglie liberamente dove e come investire in ragione del massimo profitto e sanità pubblica che deve rispondere al bisogno di salute dei cittadini, alla sicurezza della collettività, fare prevenzione ed educazione alla salute. Il risultato è stata una sanità pubblica sempre più fragile e una sanità privata convenzionata in grande crescita, verso cui peraltro fluiscono i fondi pubblici. A questa sanità privata convenzionata che in alcune regioni (Lazio e Lombardia, dati riferiti al 2022) drena il 37 % delle risorse pubbliche si affianca una sanità solo privata in crescita finanziata dalle polizze assicurative e dal welfare aziendale. Perfino nel contratto della sanità Pubblica esiste la possibilità di bonus nella sanita privata (come è descritto dall’art. 56 del CCNL Sanità 2022-2024)  che prevede fra l’altro. polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale anche a copertura di particolari eventi avversi (es. ictus, infarto, ecc.) e ora per il contratto della Scuola si propone per quasi tutti i dipendenti una polizza sanitaria integrativa per l’odontoiatra e per i grandi interventi- L’investimento finanziario nella sanità privata è uno dei settori più redditizi, come si evince dal rapporto dell’’area studi di Mediobanca (luglio 2025) sui maggiori operatori privati della sanità in Italia, dove si afferma  “ Le prime evidenze per il 2024 consentono di prevedere, per gli operatori privati esaminati, una crescita aggregata del giro d’affari pari al 4,8%, con dinamiche variabili tra i comparti considerati: si tratta del +8,6% per i gestori di strutture per anziani, del +6,5% per la diagnostica, del +4,9% per l’assistenza ospedaliera e del +4,1% per la riabilitazione.”
  2. La proposta centrale del PD è la fine del definanziamento, come lo chiama la Sereni. Già nell’aprile del 2024 a prima firma della Schlein il Pd ha presentato in Parlamento una proposta di legge di 4 articoli finalizzata a incrementare la spesa sanitaria fino al 7, 5% del Pil entro il 2028. Quindi non si taglia più, ma si propone di incrementare il fondo sanitario, e si indicano anche dei criteri per reperire risorse., assolutamente insufficienti all’uopo in un momento politico in cui i bilanci europei si dovranno piegare ad un aumento delle spese militari e per la sicurezza fino al 5%. Non una parola su questo cambio di fase anche nella costruzione di bilanci pubblici Si scrive a prescindere dalla realtà di una economia di guerra.
  3. I tagli degli ultimi 30anni facevano parte di un orientamento organico del Pd e delle socialdemocrazie europee che hanno governato la UE con una direttrice economica che metteva al centro il pareggio di bilancio e il rientro dal debito pubblico e anche il conseguente dimagramento dello stato sociale in nome della “sostenibilità “Questa sostenibilità era la parola d’ordine centrale in base alla quale si sono fatte le varie contro riforme a partire da quella delle pensioni di Ciampi. Nel documento attuale del PD si parla ancora di sostenibilità senza che il Pd chiarisca che cosa intenda ora con questo concetto che è servito in passato a demolire stato sociale e in particolare la Sanità.

Per trovare risorse vere per la sanità bisogna innanzitutto non aumentare le spese militari e quindi battersi per una Italia che rifiuta la sua collocazione atlantica e il suo rapporto con la Nato, mettere in soffitta l’obbligo del pareggio di bilancio riproporre una tassazione progressiva, una patrimoniale e una lotta vera all’evasione fiscale

Per ridare supremazia , potere e ruolo guida alla  sanità pubblica ; infatti se  pure si trovassero le risorse oltre il 7,5%  e non si intervenisse nel rapporto sanità pubblica / sanità privata ridando un ruolo al pubblico, non si invertirebbe la crisi del SSN, ma si approfondirebbe strutturalmente  la situazione attuale: un sistema, (non un servizio) duale in cui convivono la sanità per i ricchi e (per chi in qualche modo e in qualche misura può mettere) le mani nel portafoglio per curarsi e un sistema minimo e dequalificato per i ceti popolari, l’esatto opposto di quanto prescrive la Costituzione. Del resto è noto che gli USA sono uno dei paesi che spende più di ogni altro in sanità, sia come percentuale del PIL (16% ),sia come spesa pro-capite, e risulta anche uno dei paesi dove le disuguaglianze in sanità aumentano e sono assai gravi: 26 milioni di persone sono senza copertura sanitaria, proprio perché manca una copertura di sanità pubblica universalistica.